
Chi è, cosa fa e quando serve uno psicologo infantile?
Lo psicologo infantile si occupa dell’infanzia e nello specifico delle difficoltà incontrate durante le diverse e difficili fasi dello sviluppo cognitivo, psicologico, affettivo, sociale e relazionale del bambino
Molti si chiedono se sia giusto mandare un bambino dallo psicologo.
L’intervento durante l’infanzia è rivolto principalmente ai genitori aiutandoli a capire quali siano le cause e le possibili soluzioni del disagio dei figli.
Sigmund Freud, padre della psicanalisi, diceva:
“I MESTIERI PIÙ DIFFICILI IN ASSOLUTO SONO NELL’ ORDINE IL GENITORE, L’INSEGNANTE E LO PSICOLOGO.“
Educare è quindi il mestiere più difficile, lo psicologo mette a disposizione di genitori ed insegnanti gli strumenti della professione
Gli ambiti d’intervento di uno psicologo infantile
sono molteplici e principalmente riguardano tematiche come:
Disturbo da Deficit d’Attenzione/ Iperattività
Difficoltà relazionali, difficoltà nel socializzare, isolamento, bullismo
Eventi stressanti come un lutto, una separazione o il cambiamento del nucleo famigliare come nelle famiglie allargate, la nascita di un fratello/sorella come pure l’ambiente scolastico
Disturbi del comportamento, aggressività, comportamenti oppositivi.
Quando si presentano i sintomi dell’ansia come ad esempio nel momento di separarsi dai genitori, anche solo per brevi istanti, nelle situazioni sociali o comportamenti di evitamento. Fobie e paure.
Disturbi dell’Apprendimento Scolastico (DAS)
Disturbi del linguaggio e le componenti sociali, emotive e di comportamento associate.
Disturbi del comportamento alimentare.
Enuresi notturna, encropesi, balbuzie, Tic.
Difficoltà nel sonno.
Sintomi somatici in relazione a situazioni stressanti ed ansiogene come ad esempio mal di pancia, mal di testa, ecc..
Disturbi dello Sviluppo.
In tutte le fasi del percorso evolutivo, lo psicologo infantile interviene
Osservando e Valutando
Progettando ed attuando interventi sul minore e sul contesto nel quale vive e dove le difficoltà si manifestano.
Sostenendo la genitorialità, fornendo consulenza psico-educativa.
Mediando i conflitti all’interno della famiglia, dei contesti importanti come ad esempio la scuola e gestendo la relazione tra questi.